Ho cose dentro di me,
lenti, cannocchiali, miscroscopi,
tutto un deposito di oggetti
con cui ingigantisco le cose.
Sono l’operaia che fabbrica le armi
con la mente.
Le armi sono pensieri
che tagliano in due lo sterno.
Ho una cura, un posto,
e si chiama Niente.
Ci faccio naufragio qualche ora al giorno,
per ripararmi da tutte le trame
che ordisco contro di me
Giusy Palumbo
A volte ci prende uno stupore…e basta quel Niente perché i versi di questa poesia possano stringerti in un abbraccio, come dire..” e naufragar m’è dolce in questo mare…” di leopardiana memoria. Grazie a te, Giusy!
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Grazie a te Gavino..
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bravissima Giusy
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Grazie cara Alidada
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Il languido richiamo del nulla…lo sai cantare Giusy…è un gran rifugio atarassico.
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Caro Franz…
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